Sottende qui, al rapporto tra l’autore ed il suo medium espressivo, un legame sensitivo, uno slancio emozionale, tale da stabilire una speciale consonanza tra la pietra, il marmo e l’inclinazione ad indagare la suggestione di valori tattili.
Dalla purità della levigatezza delle prime sculture, le superfici, ora continuamente percorse da un movimento, porgono alla luce volumi epidermicamente vibranti instaurando con essa un colloquio percettivamente più catturante. Movimento e vibratilità attengono anche alla forma nelle opere di Marchetti, dove il tema umano si è evoluto nel tempo per una definizione sempre più sintetica e simbolica: sono “figure” che si svolgono e reinvolgono come attorno ad un asse ascensionale, si scavano e si protendono ad accogliere vuoti e pieni, compiendo nel loro continuum una sorta di ritorno all’unità.
Roberta Fiorini